Ha ancora senso proporre oggi a un ragazzo o a una ragazza di valutare tra le possibili chiamate anche quella alla vita religiosa? Un monastero, un convento, una comunità di fratelli o sorelle? Perché?
La vita consacrata nasce dall’ascolto della Parola di Dio e accoglie il Vangelo come sua norma di vita in vista di una particolare testimonianza nella Chiesa e davanti al mondo. Una persona consacrata fa parte del popolo di Dio e perciò, come tutti i membri di questo popolo è chiamata alla santità.
La vocazione alla vita consacrata, la chiamata e la risposta a questa forma di vita, è dono di DIO.
Si fa esperienza dell’amore misericordioso e gratuito di Dio, si dimora nel cuore di Dio, contemplando sempre la sua tenerezza e il suo desiderio di salvezza per tutti gli uomini.
Chi appartiene a Dio è di tutti, è al servizio di tutti: consegna la propria vita totalmente al Signore, al servizio del Suo Regno.
Il religioso o la religiosa ha, per grazia:
– un cuore libero e generoso (povertà)
– un cuore che ama senza possedere (castità)
– un cuore che è attento alla volontà di Dio, ai segni dei tempi e risponde in fedeltà alla Parola (obbedienza)
– un cuore che si apre a una vita fraterna e che diventa comunione.
Proprio in questo modo, con gioia, con semplici gesti umani, con il servizio, con la preghiera, si rivela e si proclama ai fratelli la Bontà, l’Amore, la Tenerezza di Dio.
È un progetto bellissimo, guidato e fecondato continuamente dalla Grazia del Signore e sorretto dall’aiuto fraterno e dalla preghiera di tutti i membri dell’unico popolo di Dio.
Lodiamo, benediciamo, ringraziamo il Signore anche per questa vocazione!
Le Sorelle dell’Istituto Giuseppine
precedente | indice | successivo