Il 29 giugno 2009 don Alessandro Bonacina compirà il cinquantesimo anno della sua ordinazione sacerdotale.
Nato nella parrocchia di San Salvatore ma cresciuto nella parrocchia di San Giorgio dove si distinse negli anni del primo dopoguerra come animatore dell’Oratorio, completava la sua attività di laico con l’entrata in seminario.
Era diplomato all’Istituto Setificio come perito disegnatore e aveva svolto il servizio militare come ufficiale.
Proveniva da una famiglia numerosa, ( era l’ultimo di 10 figli) di sanissimi principi religiosi e aveva quindi trovato naturale incanalare la sua esuberanza giovanile nelle attività che coinvolgevano i giovani di San Giorgio.
In anticipo sulla data della ricorrenza, il 24 maggio i suoi coetanei e ragazzi che molto hanno ricevuto da lui hanno voluto festeggiarlo presso la Parrocchia di San Giorgio.
Alla festa hanno partecipato lo “storico” vicario di quegli anni don Battista Cossali e un “ragazzo” uscito dalla covata don Giuseppe Corti ( don Peppo) ora parroco di Faloppio.
Il parroco di San Giorgio don Luigi Chistolini ha generosamente ed affettuosamente accolto i parrocchiani delle comunità in cui don Sandro ha svolto il suo ministero Vercana, Gravedona e Rovenna di Cernobbio che hanno voluto esprimere personalmente la loro riconoscenza e le numerose persone che portano un ricordo vivo degli anni che hanno condiviso con Don Sandro prima del suo ingresso in seminario.
Una caratteristica particolare di questo gruppo è quello di essere rimasti uniti e di ritrovarsi frequentemente dopo oltre cinquanta anni rivivendo i sentimenti di fraterna amicizia.
L’oratorio di San Giorgio del dopoguerra infatti è stata un’esperienza che non può essere dimenticata.
La corale parrocchiale, che aveva raggiunto notevoli livelli tanto, da essere convocata in Duomo ad integrare il coro dei seminaristi, la vita estiva sul lago, che bagna la proprietà parrocchiale ( il giardino dell’Arciprete), gli inesauribili tornei di calcio al campetto di via XXVII maggio, le gite sulle montagne vicine e meno vicine, le vacanze a Tartano(Valtellina) in anticipo di anni sui GREST, erano resi affascinanti dal desiderio, superati gli anni della guerra, di affrontare con entusiasmo le nuove prospettive.
Il tutto ispirato dalle direttive che provenivano dalle istituzioni cattoliche ( l’Azione cattolica nelle sue varie componenti) che si incontravano con la sana tradizione religiosa delle famiglie presieduta dall’allora parroco Mons. Giacomo Lucchini.
In questo contesto si era inserito con l’entusiasmo della fresca ordinazione don Battista Cossali che rivelava doti umane di alto profilo che lo avrebbero portato ad esercitare per più di quaranta anni il suo ministero in una della regioni più povere del Brasile.
Don Sandro Bonacina, con un gruppo di validi dirigenti, era il punto di riferimento di tutte queste attività che coinvolgevano i ragazzi e le loro famiglie.
Il centro della giornata di festa è risultata la celebrazione della S. Messa ai piedi della bella effige di Nostra Signora del Sacro Cuore venerata nella Basilica di San Giorgio.
Nell’omelia don Sandro ha voluto ricordare che nella nostra vita non deve mancare la “ domenica”, il giorno del Signore.
Al termine della messa l’arciprete don Luigi Chistolini ha letto la pergamena con la quale il Papa Benedetto XVI ha inviato a Don Sandro la benedizione apostolica.
La celebrazione è stata condecorata dalla bella esibizione della corale parrocchiale.
Una quarantina di persone si è poi ritrovata nel salone parrocchiale per un incontro conviviale e la proiezione di fotografie particolarmente significative scattate dal fratello di Don Sandro, Piero Bonacina, che sono esteticamente belle e documentano l’attività degli anni dell’oratorio di San Giorgio.
Al termine dell’incontro tutti si sono lasciati con l’augurio di ritrovarsi per vivere tante domeniche come questa.
ECCO IL TESTO DELL’OMELIA PRONUNCIATA IN QUESTA FELICE CIRCOSTANZA DA DON SANDRO
“Carissimi Signori e Amici,
nel nome di Dio che mi ha chiamato al Battesimo, alla sequela col dono del sacerdozio, del quale oggi sto ricordando il cinquantesimo anniversario, sono qui per esprimere la sua bontà per le cose belle che ha realizzato in me.
Grazie a coloro che come me condividono la missione e il ministero.
Grazie a voi che oggi siete la mia famiglia… occasione di entusiasmo e di freschezza.
Grazie a voi, con i quali ho condiviso, un giorno, sogni, gesti e realizzazioni quanto mai benefiche, aiutandomi nella preparazione al Sacerdozio.
Prego per voi e con voi per quanto mi resta da vivere e per completare la realizzazione del progetto di Amore di Dio su di me, del quale sono sempre stato innamorato.
Ringrazio Dio per il dono della mia famiglia cristiana, visibilmente numerosa – dieci figli – educata da splendidi genitori, maestri di vita; coltivata come un giardino che ha germinato quattro vocazioni: Angelo, seminarista diciassettenne annegato nel lago nell’affondamento del battello Lecco, il 18 febbraio 1027, in occasione dei festeggiamenti in onore di S. Luigi Gonzaga; Carla, Madre canossiana per 64 anni; Assunta, laica consacrata alla regalità di Cristo (P. Gemelli) e attivissima dirigente di Azione Cattolica.
Il mio pellegrinaggio sacerdotale è iniziato nelle Valli Varesine (Cuveglio), è continuato a Como (S. Fedele). Destinato come parroco a Vercana (Alto Lago), continuato come Arciprete a Gravedona… concluso a Rovenna di Cernobbio come Prevosto.
Ringrazio i Sacerdoti (molti) e Suore (moltissime), le perpetue, i sacrestani (manovali specializzati), che ho incontrato nel ministero, con i quali ho condiviso la Missione, dovunque con immancabili momenti di gioia, di impegno, di collaborazione.
Ringrazio tutti i parrocchiani che il Signore, mediante l’obbedienza ai miei Eccellentissimi Vescovi, che ho sempre considerato Padri e di cui conservo vivo ricordo, mi è stato possibile servire. Ho lavorato e condiviso soddisfazioni, difficoltà, ma comunque abbiamo camminato insieme con gioia!
Figlioli, tutto è Grazia, ma nonostante tanta grazia, anche dopo 50 anni di ministero, ci si trova imbarazzati a parlare di Lui… nel timore di sbagliare e riconoscere sempre il nostro limite umano. E’ giusto!
Mi permetto un invito per l’oggi.
Mancano vocazioni! E’ una grande povertà. Amate tanto i vostri Sacerdoti, rendetevi presenti e disponibili per collaborare, evitate situazioni difficili che poi nuocerebbero a noi e alla Madre Chiesa. I tempi cambiano, le persone, le pretese falliscono. L’importante è essere convinti che con l’umiltà la Provvidenza di Dio non lascerà soli.
Un secondo invito. Amate la famiglia. Cos’è la famiglia? Nella dottrina cristiana la famiglia è chiamata anche Chiesa domestica (i genitori ne sono i sacerdoti), perché la famiglia manifesta e attua la natura comunionale e famigliare della Chiesa come famiglia di Dio, dove ciascun membro, secondo il proprio ruolo, esercita il Sacerdozio battesimale, contribuendo a fare della famiglia una Comunità di Grazia, di preghiera, scuola di virtù umane e cristiane, il luogo del primo annuncio della Fede ai figli. Ecco la causa di mancanza di vocazioni! Ricuperiamo la grandezza della famiglia e nasceranno le vocazioni sacerdotali e religiose. Sarà una vera ricchezza per tutti.”
N.B. Le sottolineature sono di don Sandro.