La tematica dell’incontro di oggi è “Il Progetto di Dio sul matrimonio”.
Don Luigi propone la lettura del 2° Capitolo della Genesi e concentra l’attenzione del gruppo Famiglie sui seguenti punti:
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Il Progetto di Dio sul matrimonio nasce da questa annotazione: “Non è bene che l’uomo sia solo”. L’uomo e stato creato per stare insieme agli altri. Questo evidenzia l’aspetto che ogni forma di individualità (volontaria o involontaria) va contro il proposito divino.
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Dio conduce la donna all’uomo come dono e non come preda, ponendo i due sullo stesso piano. È sancita la creazione della coppia che unita in una sola carne ragiona, sente, vuole all’unisono perché l’uno sia la forza dell’altro, l’uno aiuti e sostenga l’altro, e insieme possano resistere alle difficoltà della vita.
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Non c’è disparità di visione agli occhi di Dio fra la figura dell’uomo e della donna entrambi hanno pari dignità: entrambi sono nello stesso momento forti e deboli
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L’altro è sperimentato come il compagno della propria vita. La coppia diventa una carne sola e il matrimonio diventa indissolubile. Il cristiano vive l’indissolubilità di questo sacro legame
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La relazione fra uomo e donna è di complementarietà e non di diversità.
Per approfondire i concetti introdotti dall’analisi dei passaggi della Genesi inerenti la coppia, il gruppo si pone alcuni interrogativi:
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È davvero bene che l’uomo non sia solo?
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Come mai oggi si tende più a vivere una vita da single e meno di coppia o come mai tanti ragazzi non escono dalle famiglie?
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Come si vive la complementarietà all’interno della coppia?
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Quanto incide l’invadenza delle famiglie di origine sulla giovane coppia?
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Educhiamo i nostri figli a saper amare, a uscire quindi dal proprio egoismo e individualismo per “vedere” il bisogno dell’altro?
Dagli interventi dei partecipanti sono emerse le seguenti riflessioni
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Vivere insieme è stimolo per conoscere se stessi e il proprio partner e crescere; il confronto quotidiano, se fonte di dialogo, fortifica la coppia unendola nelle gioie e nelle difficoltà.
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La difficoltà nel trovare un lavoro, le politiche sociali di aiuto alle famiglie inesistenti non favoriscono la scelta di vivere in coppia o di costruire una famiglia.
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Noi genitori ci sostituiamo troppo spesso ai figli e nel proteggerli dalle difficoltà non li aiutiamo a crescere. Inoltre la società di oggi è molto competitiva e non è facile inserirsi, questo può causare frustrazione e scoraggiamento nei giovani.
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Se da giovani si impara ad amare non solo se stessi (evitando di ripiegarsi su se stessi) si matura la capacità di andare incontro all’altro e scegliere consapevolmente il matrimonio e viverlo.
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Nella società attuale, seppur molto è stato fatto per dissipare le disuguaglianze fra uomo e donna, molti sono i soprusi e le violenze (non solo fisiche) che le donne devono subire; gran parte sono sommersi nelle pareti domestiche.
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La complementarietà è da individuare nelle differenti propensioni dei due sessi che si coniugano al fine di sostenersi reciprocamente; apprezzare le diversità senza rivalità. È lo specchio di me stesso” dice un intervento: l’altro diventa il “campo”, il luogo in cui ci si vede e si scopre se stesso. La complementarietà è la bellezza della vita di coppia, è condurre insieme le difficoltà della vita di tutti i giorni con gioia e “in silenzio”, dice qualcun’altro, senza far pesare ai figli e al coniuge stesso le fatiche quotidiane.
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Le separazioni ed i divorzi sono sorgente di impoverimento spirituale ed economico per entrambe le parti.
Prossimo incontro Gruppo Famiglie 17 aprile
Mentre per il 21 marzo, domenica delle Palme, alle ore 14.45 si programma un ritiro spirituale delle famiglie in Parrocchia.