La cronaca di queste giorni sta dipingendo brutalmente la figura del prete, ne mette in evidenza la possibile estrema degenerazione… La nostra Comunità aveva deciso di dedicare questo tratto di cammino, legato al tempo pasquale, proprio alla riscoperta del mistero, della bellezza e della santità che avvogle questo servizio all’interno del popolo di Dio. Nulla di più provvidenziale! E’ il Risorto, infatti, che donando il suo Spirito invia i suoi apostoli ad annunciare la “buona notizia” della vita che vince ogni morte fino agli estremi confini della terra.
Laciamo la parola a Giovanni Paolo II, che apre così il suo scritto: “Dono e mistero”, un’intensa riflessione a voce alta sul suo sacerdozio nel 50° anniversario della propria Ordinazione:
“La storia della mia vocazione sacerdotale? La conosce soprattutto Dio. Nel suo strato più profondo, ogni vocazione sacerdotale è un grande mistero, è un dono che supera infinitamente l’uomo. Ognuno di noi sacerdoti lo sperimenta chiaramente in tutta la sua vita. Di fronte alla grandezza di questo dono sentiamo quanto siamo ad esso inadeguati.
La vocazione è il mistero dell’elezione divina: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15, 16). «E nessuno può attribuirsi questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne» (Eb 5, 4). «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo; prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni» (Ger 1, 5). Queste parole ispirate non possono non scuotere con un profondo tremore ogni anima sacerdotale.”