Ricorre quest’anno il decimo anniversario dell’inaugurazione del centro di accoglienza per i malati di AIDS a Como, uno dei frutti del VI Congresso Eucaristico diocesano celebrato nel 1997, affidato alla cura dei Padri Somaschi, da cinque secoli al fianco della gioventù abbandonata nel solco dell'idea rivoluzionaria di San Girolamo, il fondatore della loro Congregazione.
Una tradizione educativa radicata nella volontà di stare vicino a chi soffre e di favorirne l'emancipazione, attraverso la formazione, il lavoro, la protezione di una casa e il calore di una famiglia. Una tradizione capace di “tornare in strada” e riconoscere – nei volti e negli occhi di tossicodipendenti, malati di AIDS e donne maltrattate – le nuove forme di emarginazione a cui dare risposta con strumenti e idee innovative. Storie, percorsi e scelte operative legate al filo comune dell'accoglienza, al suo calore e ai suoi colori.
Tra i “volontari” presenti in questo centro di accoglienza cittadino anche un nostro parrocchiano.
Ecco la sua testimonianza.
Cari Lettori,
sono un parrocchiano di San Giorgio e scrivo su questo giornalino grazie all'opportunità offertami da Don Luigi.
Presto il mio servizio di volontariato presso la Casa alloggio "La Sorgente" sita in Via Torriani 12/A gestita dai Padri Somaschi; si tratta di una struttura ad alta integrazione sanitaria per malati di AIDS che può accogliere un massimo di 20 persone.
Con altri volontari, operatori guida, infermieri e con la presenza di uno Psicologo superiore e del responsabile dell'assistente sociale specialista, anch’io cerco di fare un percorso assieme ai nostri Ospiti.
È mio desiderio quindi rendere nota questa realtà a me molto cara, che mi permette, giorno dopo giorno, di arricchirmi e di scoprire, con l'aiuto degli stessi ospiti, la felicità nell'amare ed aiutare il prossimo.
Spero, con queste poche righe, di aver catturato il cuore delle persone sensibili e disponibili ad affacciarsi e partecipare a questa realtà.
Grazie.
Giuseppe